
Una cara persona mi ha detto che “In questa enciclica non si parla mai di Dio!”, dando così una spinta decisiva al mio desiderio di leggerla. “Fratelli Tutti” non è un trattato di metafisica per raffinati teologi, mi pare che come la precedente, “Laudato Sì”, abbia per alcuni cattolici un poco impietriti, il difetto di rivolgersi, nel linguaggio e nella sostanza, a un pubblico più ampio degli intellettuali e degli stretti osservanti.
L’accusa più comune è di voler piacere al mondo. Come?