marco ferrini

Fuori o dentro al recinto sacro?

        Samskara è una rara parole sanscrita che pur avendo due significati completamente diversi, si scrive e si pronuncia allo stesso modo, può tradursi infatti sia come elementi psichici inconsci condizionanti, oppure come sacramenti, es. battesimo, matrimonio ecc. In un momento nel quale distinguere la realtà dalla propaganda può essere arduo,… Leggi tutto »Fuori o dentro al recinto sacro?

Chi è Tat?

La parola inglese that ha una certa assonanza col vocabolo sanscrito tat. Sarà una coincidenza ma a distanza di millenni e di migliaia di chilometri, that e tat significano entrambi “quello”. Gli antichi maestri vedici, per quanto illuminati e poeti raffinatissimi, non sono riusciti a dire più di Tat per… Leggi tutto »Chi è Tat?

Le difficoltà della Bhagavadgita

Ora che siamo agli ultimi versi, mi chiedo da dove provenga la mia difficoltà ad entrare nel cuore di quest’opera. Marco Ferrini ne ha sistematicamente commentato ogni parola alla luce della tradizione vaisnava e pur non avendo perso neanche un minuto dei suoi svariati seminari, krishna-christsento che la mia comprensione è puntiforme, come se avesse aperto degli squarci su un panorama che però non mi appare nella sua interezza, quasi la mia mente non riuscisse a tenere insieme tutti i pezzi del mosaico. Specialmente con quest’ultimo XVIII capitolo, mi son trovato di fronte ad affermazioni che non son capace di assimilare.
Mi sono dato due ordini di spiegazioni.
La prima di carattere emotivo-devozionale che comprende la mia imperfetta sadana, un certo isolamento dal sanga con persone di alto livello spirituale e soprattutto un’incapacità ad entrare nella profondità di quella devozione che trasforma il semplice seguace in un devoto.
Qui non può agire che un rafforzamento del desiderio, immagino.Leggi tutto »Le difficoltà della Bhagavadgita

Caste e Bhagavad Gita

Il seminario di Marco Ferrini dal 27 dicembre al 3 gennaio 2013 ha affrontato pochi ma impegnativi shloka (strofe) dell’ultimo capitolo (dal 23 al 47), che hanno a che fare col rapporto tra le attitudini naturali ed il ruolo sociale degli esseri umani. Il titolo che ho dato al post può far pensare che il seminario abbia avuto come focus l’analisi delle caste in India. Non è propriamente così, poiché nella Bhagavd Gita tutto parte e torna dall’individuo, non c’è mai uno scivolamento versoCrucianella maritima l’incasellamento totalitario nell’uomo-massa, nelle ferree categorie socio-economiche che bene abbiamo conosciuto nelle società autoritarie e democratiche occidentali del novecento.

Eppure quella delle caste in India è un luogo comune ed una realtà ben visibile.

Il Mahabharata che è l’epica fondativa di questa civiltà e la Bhagavad Gita, che fa parte di questa narrazione ne è anche la sintesi più luminosa, per l’appunto i versi analizzati in questo seminario di Marco Ferrini possono essere considerati il substrato culturale dal quale nasce l’organizzazione sociale e politica indiana.

Per un’analisi dettagliata che richiederebbe uno spazio ben maggiore di un post, rimando ai numerosi interventi di Marco Ferrini che più volte ha trattato in modo documentato e non convenzionale questo tema.Leggi tutto »Caste e Bhagavad Gita

Agire nel mondo

Seminario d’autunno, pochi giorni di grande intensità, affrontati i primi 22 shloka dell’ultimo capitolo della Bhagavad Gita. Il bello di queste esperienze è che risultano sempre diverse da come te le immagini. Infatti, come aveva annunciato Prabhupada nel suo commentario, pensavo si trattasse di un riassunto finale dei capitoli precedenti, invece si tratta di un materiale ad alta densità e molto impegnativo. Marco Ferrini ha proceduto con molta cautela nel commento, sapendo probabilmente che si stanno toccando degli argomenti che provengono da uno sfondo storico ed antropologico così differente da quello attuale da rendere necessaria una complessa “decompressione” prima di salire a questi concetti. A mio modo di vedere in questo consiste lo spessore del Maestro: rendere accessibile ad un pubblico eterogeneo e sempre meno propenso alla conoscenza esoterica, una conoscenza per la quale sono necessari “enzimi” assimilativi che non noi non possediamo più. E’ vero che la Bhagavad Gita ci restituisce una conoscenza universale, la stessa filosofia perenne che troviamo in altre civiltà, e lo fa con un’eleganza e una scienza magistrali, ma proviene da un ambiente culturale che ci è completamente estraneo, dove le categorie di riferimento sono diverse, talvolta opposte. Abbiamo voglia a cercare la traduzione precisa dal sanscrito quando per esempio parliamo di sacrificio, di rinuncia, di dharma o di karma, noi non possiamo entrare fino in fondo a queste idee perché non sono quelle in cui siamo nati e cresciuti. Se volessimo caratterizzare la nostra civiltà a nessuno credo verrebbe in mente di usare la categoria del sacrificio, ma semmai dell’edonismo, non quella della rinuncia ma del denaro.Leggi tutto »Agire nel mondo

Sul Destino, di Claudio Widmann

Ho appena finito di leggere un piccolo libro dall’impegnativo titolo: Sul destino, di Claudio Widmann, ediz. Magi, poco più di 200 pagine che scorrono fluide come l’olio.

Ho pensato di condividere alcune riflessioni su questa lettura perché vi ho ritrovato affinità con importanti temi affrontati negli insegnamenti di Marco Ferrini.

La prima questione è se esista o meno un destino individuale.

L’autore la pensa come noi: Dio non gioca a dadi (Einstein). Ecco allora che sorge la domanda centrale del lavoro di Widmann: qual’è il rapporto tra destino e libertà individuale? Credo che il nucleo centrale ed il successo di questo elegante libriccino consista proprio nell’illustrare in modo convincente quanto il destino individuale non comporti determinismo e casualità, al contrario sia il presupposto ed il serbatoio energetico dell’impegno e della partecipazione individuale alla propria esistenza. Nonostante questa premessa nel primo capitolo l’autore avvisa che per quanto vi siano ampie possibilità di modificare il carattere e più in generale la soggettività di un individuo, vi sono limiti di soggettività che non sono passibili di modificazioni sostanziali; ognuno è portatore di un nucleo di personalità scarsamente influenzabile, inaccessibile all’alterazione e alla manipolazione.

Secondo capitolo, Il caso e la fortuna. Leggi tutto »Sul Destino, di Claudio Widmann