Ascoltando la conferenza di Marco Ferrini a Ravenna del 25 settembre 2010, ho riflettuto su quanto, nell’uomo medio contemporaneo siano bizzarre le idee di azione contemplazione.
E tra questi mi ci metto anch’io.
Parlando dei due eroi della Bhagavad Gita e della Commedia, Arjuna e Dante, subito appaiono evidenti le diversità di contesto, linguaggio e simbologia, ma è anche evidente quanto entrambi siano completamente immersi nell’aspetto della Divinità e contemporaneamente nelle cose del mondo. Il primo è un principe in guerra contro i cugini usurpatori, il secondo è un uomo che ricopre una delle massime cariche politiche nella Firenze della fine del duecento e che sta combattendo in prima persona contro il potere temporale di una Chiesa oppressiva ed oscurantista.
Sono uomini della tradizione, religiosi, con forti principi morali che si ritrovano (nel senso di ri-trovarsi, trovare il proprio sé) in seguito ad una profonda crisi: l’uno deve uccidere persone che gli sono state care, l’altro passerà gli ultimi vent’anni della sua vita in esilio con una condanna tanto infamante quanto falsa.
Ambedue vivono con gli occhi rivolti verso il cielo,Leggi tutto »Dante e Arjuna: azione o contemplazione?