Resilienza è la capacità di assorbire un urto senza rompersi.
Il concetto che in ecologia descrive la straordinaria vitalità dei sistemi naturali di riprendersi dopo aver subito un danno, è stato inserito per la prima volta in un programma di politica economica governativa (PNRR piano nazionale di ripresa e resilienza).
Ne aveva parlato anche l’alto sacerdote del neoliberismo contemporaneo, KlausSchwab nel suo “Great reset”.
Attenzione a questa parola.
Essa è stata trasportata nelle scienze sociali ed economiche dalla fisica e dalle scienze naturali, naturalizzando ciò che naturale non è: l’oppressione sociale.
Cosa chiede l’austero Schwab e i suoi sodali, tra i quali va annoverato il nostro Presidente del Consiglio? Chiedono esplicitamente ai “popoli” di accettare le manovre che le élite metteranno in campo “trovando opportunità di crescita interiore”!
Questa sfacciata ipocrisia pseudo spirituale, usa la propaganda per piegare i nuovi servi (il 99% della popolazione mondiale) alle crisi da loro stessi create, non, si badi bene, cambiando il sistema che l’ha generata, ma per “migliorare sé stessi”. I nuovi signori del mondo, stanno calpestandoci con la stessa attenzione con la quale un elefante procede sull’erba della savana, chiedoci di approfittarne per “trovare la nostra felicità”.
E’ una nuova versione delle tante menzogne che accompagnano l’umanità da illo tempore, ieri erano le confessioni religiose al servizio del potere, poi sostituite dal pensiero tecnico-scientifico, assurto a nuovo Moloch cui immolare il nostro bene più prezioso, la libertà. Evidentemente, nonostante se ne parli da millenni, questo stato dell’essere, non deve essere tanto diffuso nel cuore degli esseri umani.
Forse perché, immaginando la libertà esclusivamente come una conquista sociale o un diritto naturale di ogni essere umano, ci sfugge il senso autentico di questa parola. Mi dispiace, ma non nasciamo liberi. Checché se ne dica, la libertà è un processo evolutivo dell’essere, si trova nel divenire, si conquista con la dedizione e l’amore.
A differenza delle ideologie occidentali otto-novecentesche, oggi sappiamo che senza un distacco dai condizionamenti dell’ego individuale e collettivo, qualsiasi rivolgimento sociale si trasformerà nell’ennesima rivoluzione fallita, con annessa ingiustizia e sofferenza. Se non vogliamo rimanere nella minorità morale del servo, e allo stesso tempo desideriamo opporci alla propaganda delle élite con reali soluzioni alternative, dobbiamo affrontare gli inevitabili cambiamenti con lucidità e forza d’animo.
La lucidità proviene da una visione della verità senza l’opacità dei condizionamenti psichici, la fortitudine morale dal praticare le virtù, quelle che ci insegnano tutte le tradizioni, dagli antichi Arya al nostro medioevale Tommaso, l’Aquinate.
Difendiamo dunque l’ordine del cosmo dal folle caos provocato da un manipolo di psicopatici, intenti a trasformare l’essere umano in un piccolo uomo nietzschiano, “una vogliuzza per il giorno e una per la notte, fatta salva la salute”, ovvero, opponiamo alla passiva resilienza imposta dal sistema, una resistenza attiva, a partire dal ripristino della legge che regola tutte le altre: la nostra Costituzione.
Graziano Rinaldi