Anche i sassi hanno capito che il tempo per invertire drasticamente la rotta di questo insostenibile modo di produrre e di consumare sta drammaticamente scadendo.
Allora perché la gran parte dei popoli del mondo segue quei leader che demagogicamente agitano ancora lo stendardo della crescita infinita in un mondo finito?
Perché la consapevolezza dell’epilogo è appannaggio di una minoranza?
Forse sbaglio, ma ho pensato che ci deve essere qualcosa di più profondo della propaganda politica, delle élite dominanti e delle “ferree” leggi dell’economia (una gran cavolata che ci sorbiamo da 250 anni come poppanti inconsapevoli!), o di qualche altro diabolico congegno sociale e psicologico che ci trascinerà nell’abisso con la stessa inconsapevolezza con la quale durante il naufragio del Titanic, l’orchestrina continuò a suonare mentre la prua del transatlantico era già diretta verso il fondo.
Ci deve essere una radice che affonda in un terreno malato, inattaccabile dalla ragione, dalla politica, dalla religione, tanto meno dalle Istituzioni, corrotte o limpide che siano.
Forse la radice del male è così ben radicata nel cuore, da possedere la nostra mente e i nostri sensi tutti.
Forse è per questo che abbiamo difficoltà a percepire o addirittura a negare la reale gravità della situazione ambientale che in cui ci siamo messi.
Infatti sono convinto che accogliere questa emergenza non può essere una semplice conoscenza intellettuale, ma una reale trasformazione individuale, una “conversione” a un modello di essere umano differente rispetto a quello che ci hanno tramandato la famiglia, la società, il costume e media in generale.
Un passaggio epocale che presuppone l’abbandono delle dipendenze e dei condizionamenti che da migliaia d’anni ci attanagliano con un modello umano che sta vistosamente collassando su tutti i piani, non solo ecologico.
Ecco perché l’umanità continua imperterrita a marciare verso la distruzione ambientale!
La difficoltà è che adesso ci è richiesto un cambiamento nelle abitudini, nell’agire quotidiano, nell’essere, e non basta andare più a fare la spesa con la borsa riciclabile, così non è più sufficiente una vita sobria (che già sarebbe tanto!), qui si tratta di uscire dall’illusione di un godimento che si sta rivelando una grande illusione, se non vogliamo essere contraddittori dobbiamo cambiare di segno alle relazioni tra noi e tutti gli altri esseri, animati e non ,con cui condividiamo il piccolo condominio chiamato Pianeta Terra, a partire dagli appartenenti alla nostra specie (che si manifesta in una moltitudine di varietà!).
Siamo in tempo?
Non lo so, dipende da cosa intendiamo e per certi aspetti certamente non lo siamo più, in tutti i casi la grandezza di noi umani non consiste nel riuscire o meno in un’impresa, ma di metterci in gioco e di dare il meglio che possiamo, e soprattutto usare le nostre debolezza per evolvere verso una versione più matura, consapevole e generosa di noi stessi.
I geni hanno la capacità di sintetizzare grandi verità in poche parole, questa mi pare riassuma buona parte di quel che intendevo:
“I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di coscienza che li ha creati”
A. Einstein.
Graziano Rinaldi