E non solo, è anche dotato di una mente umana, non è neanche un mago, e mi metterebbe a disagio se frequentasse il piano inclinato dei miracoli, perché non saprei distinguere se quel piano fosse rivolto verso l’alto o verso il basso.
Un Maestro è un uomo o una donna che soffre e gioisce come noi, che si ammala e che deve curare il corpo e la mente come gli altri della sua specie.
Ma neanche è una persona normale.
Prima di tutto perché essere “normali” in questa età del ferro è offensivo anche per le persone veramente normali come me e come te che stai leggendo. Soprattutto però, per quel che ho potuto realizzare, “Maestro” significa propriamente “collegamento”. Il Maestro, che nel mio caso è appunto una persona in carne ed ossa, ovvero Marco Ferrini Matsyavatara Das, è colui che frequenta il confine tra terra e cielo, da questa sua capacità d’appartenere contemporaneamente ai due mondi, deriva per noi seguaci una possibilità evolutiva.
In termini più generali il Maestro ispira, vi prego di non sottovalutate questo verbo, dentro ci sta il sale della vita, una vita non ispirata non è vera vita.
Il Maestro è la nostra antenna, è il prefisso telefonico per collegarci al divino.
Le antenne son fatte di metallo ed il corpo del maestro è fatto degli stessi elementi di cui è composta la materia di questo universo, anche la sua mente ha la stessa struttura degli altri umani, ma è addomesticata dall’ispirazione e dalla disciplina ed è posseduta dall’amor che muove il sole e l’altre stelle.
Infantile o ipocrita sarebbe pensare che il guru non si possa ammalare o che essendo perfettamente distaccato non possa rimanere emotivamente agganciato. Riconosceremo che è ancora un Maestro dal grado di lucidità col quale egli riconosce tutto questo e rimane stabile nella sua capacità di offrire ispirazione.
Come un potente magnete, col tempo un Maestro attrae una gran varietà di tipi umani, ognuno avrà una relazione diversa con lui, ci sarà anche chi combina grossi guai e questo sarà motivo di sofferenza per il guru, come lo è per un genitore quando un figlio cade nelle trappole della vita. Mi metterebbe a disagio una persona che si dichiarasse Maestro spirituale senza provare i sentimenti che io stesso provo, come m’imbarazzerebbe un maestro che basasse il suo carisma sui miracoli, anche se personalmente su questo come su altro mi sento tranquillo, perchè con Matsyavatara non c’è pericolo di veder trasformata l’acqua in vino, forse il contrario.
Ho ascoltato la lezione che Marco Ferrini ha tenuto ai suoi discepoli al ritorno dall’ospedale in cui è stato ricoverato per una settimana: è una straordinaria lezione di vita. Ascoltarlo mentre ci parla di come ha affrontato non la domanda di qualche partecipante ad una conferenza, ma la “sua” crisi, vissuta in prima persona, è stato per me di grande ispirazione, sentimento che rafforza in me l’opinione che il Maestro è più che mai Guru.
Bentornato Maestro!
Graziano Rinaldi